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Depurazione acque: Ing. Aniello Franzese

    Ing. Aniello Franzese, Responsabile di Commessa, Process Engineer e Referente Tecnico Industriale. In ETC “Nello” è un professionista della sede di Bologna con esperienza decennale nel ramo industriale e tutor per tutti coloro che si vogliono avvicinare al campo. Molti i suoi interventi al FAST.

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    Come è nata la tua passione per la depurazione delle acque?

    Quando ero piccolo sentivo spesso parlare dell’acqua come “oro blu” e come elemento critico per tante regioni del Mondo, compresi il Mediterraneo e l’Europa.

    Gli studi universitari hanno accresciuto in me la consapevolezza sia che questo bene è preziosissimo sia che possiamo fare la nostra parte, come cittadini e come lavoratori del settore, per preservarlo e garantirne l’accesso a tutti.

    Quali sono a tuo avviso le specificità dell’ambito depurativo nel settore industriale?

    L’ambito della depurazione nel settore industriale è molto vasto e ogni stabilimento ha di fatto le proprie peculiarità. Di conseguenza non esistono “ricette” preconfezionate e generalmente le soluzioni vanno costruite “su misura”.

    In ETC, laddove possibile, analizziamo anche i singoli flussi a monte del depuratore così da poter concentrare le soluzioni innanzitutto in un’ottica di risparmio idrico e/o di ottimizzazione della gestione degli scarichi. Successivamente individuiamo gli interventi sul depuratore per massimizzare le rese depurative rispetto al target da raggiungere con un’attenzione particolare all’aspetto gestionale per agevolare le attività di manutenzione e ridurre i costi operativi.

    Diversamente dal settore pubblico, dove devono essere seguiti protocolli procedurali predeterminati, i clienti privati necessitano in genere di elevata flessibilità rispetto alle modalità di lavoro, agli output di progetto e alle tempistiche.

    Inoltre quasi sempre le competenze interne sono relative al processo produttivo per cui a noi consulenti viene spesso richiesto un affiancamento completo che va oltre le scelte progettuali fino all’affiancamento negli acquisti dei materiali, alla direzione dei lavori e ai contatti con gli Enti locali.

    Quali sono i settori per i quali hai lavorato negli ultimi mesi?

    Di recente ho lavorato nella progettazione definitiva ed esecutiva di impianti per il settore alimentare, farmaceutico e automotive. Inoltre ho partecipato alla progettazione di una piattaforma di trattamento di rifiuti liquidi alla quale vengono conferiti rifiuti provenienti anche da altri settori come ad es. le galvaniche e le discariche.

    Quali sono secondo te i temi di maggiore interesse emersi?

    L’obiettivo prioritario è generalmente legato alla necessità di adeguare gli scarichi alle normative ambientali in base al corpo recettore. Allo stesso tempo però i clienti prestano particolare attenzione al consumo di risorse primarie quali chemicals, energia elettrica, energia termica nonché acqua stessa.

    Sono sempre più frequenti infatti, in particolare nell’ultimo anno, i progetti che ci vedono coinvolti per un obiettivo che è il riuso dell’acqua per scopi quali acqua tecnica (circuiti e torri di raffreddamento, acque di lavaggio) o acqua di processo (laddove le normative lo consentono).

    Anche se ancora poco diffuso, l’approccio ZLD (ZERO LIQUID DISCHARGE) sta entrando negli obiettivi di medio-lungo termine di molte aziende italiane, soprattutto quelle che consumano molta acqua e/o che possiedono già trattamenti depurativi avanzati.

    Laddove lo scarico zero non risulti (ancora)conveniente, anche solo uno stadio di trattamento avanzato può consentire di raggiungere rese di recupero dell’ordine del 60-70% con costi di investimento tutto sommato contenuti che si sostengono grazie al minore ricorso a sistemi di pretrattamento (es. filtrazione e addolcimento delle acque primarie) nonché ad una riduzione della tariffa per le realtà che scaricano in fognatura.

    A proposito di acque primarie, il settore industriale pone sfide nuove quali i microinquinanti che, talvolta dagli scarichi finiscono nelle acque di superficie o di falda: pensiamo ad esempio ai PFAS contenuti nelle acque di scarico del settore conciario e manifatturiero o ai principi attivi (API) derivanti dal chimico-farmaceutico.

    Un’ultima domanda, poi ti lascio tornare al lavoro: che cosa ti fa rimanere in ETC?

    La possibilità di non annoiarsi mai in quanto ogni progetto ci catapulta in realtà nuove, rappresentate dai nostri clienti, con sfide nuove; le opportunità di crescita personale, anche grazie alle relazioni dirette con i colleghi e con i clienti stessi, e professionale potendo lavorare con persone competenti e qualificate e con strumenti di lavoro adeguati e in continuo aggiornamento; non ultimo, la serenità di un ambiente lavorativo che, seppur  a volte frenetico per le scadenze e gli obiettivi da portare a termine, è ben strutturato e aperto ad ascoltare e analizzare le esigenze di tutti.

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